San Donà di Piave – Presentazione libro

RECENSIONE
“L’Estate Fortunata –The Lucky Summer “, di Nicola Maguolo, sarà presentato Sabato 12 Settembre, ore 18, Sala Bachelet, Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, a cura di Anteas “Incontro” San Donà. L’autore sarà presente in collegamento dalla Tanzania.
Nicola Maguolo , di Martellago- Venezia, è coordinatore della Smiley Hand Organization Tanzania, ONG che lui stesso ha contribuito a fondare nel 2018, per l’educazione e la salute dei bambini Maasai, nella zona di Mto Wa Mbu, Kigongoni e Baraka.
Ma quale “Lucky Summer”, quale “Estate Fortunata” potrà mai trovarsi tra le sofferenze e la povertà dell’Africa? Ebbene, per una delle tante incredibili contraddizioni dell’Africa, “Lucky Summer è uno dei quartieri periferici di Nairobi, Kenya, in cui le strade non sono asfaltate, dove l’elettricità manca spesso e anche il serbatoio dell’acqua sul tetto resta asciutto” scrive l’autore. E’ da qui che, nel Maggio 2015, parte l’esperienza come volontario di Maguolo: “Quando al mattino apro la finestra della camera, entrano inesorabili i fumi di Dandora, la più grande discarica a cielo aperto di Nairobi. Qui i rifiuti vengono rovistati in cerca di un qualsiasi oggetto che possa essere rivenduto: di rifiuti sono pieni i marciapiedi di Lucky Summer . Dandora, la grande collina dei rifiuti, la più grande discarica del Kenya, una delle più inquinate e più inquinanti del pianeta, è un luogo pericoloso nel quale lavorano donne e bambini, ma soprattutto uomini disposti a tutto.” Qui Maguolo, per una organizzazione no profit, si occupa della gestione della Redhill School, ospitata in una grande baracca fatta di pali conficcati nel terreno e lamiere metalliche, però ha anche il compito di trovare il terreno su cui costruire la nuova scuola e di insegnare. Giugno 2017 e Maguolo scrive: “Dovrò scappare dal kenya. Il clima elettorale ha scatenato la violenza nelle periferie. Questa settimana hanno ammazzato quattro persone. Penso alla donna fatta a pezzi, ai suoi pezzi arenati sull’argine del fiume:un braccio da una parte, il culo sopra a un sasso. Penso alla donna sbudellata davanti a scuola, alle viscere che le escono dalla pancia.” Pochi giorni dopo Maguolo annota: “Ho dovuto prendere un volo low cost, che mi ha portato a Dar Es Salam in Tanzania”. Da qui andrà poi per un breve periodo a Kilis, in Turchia, al confine con la Siria, per occuparsi ancora di scuola per l’infanzia e dei profughi siriani in fuga dalla guerra. Tornerà quindi in Tanziana, nella zona di Mto Wa Mbu dove finirà per stabilirsi insieme con la moglie Consolatha e il piccolo Giovanni, e fondare, insieme con altri, l’ONG Smiley Hand Organization Tanzania, per l’educazione e la salute dei bambini.
Ed è così che “ L’Estate Fortunata- Lucky Summer “ diventa questo stesso libro in cui Maguolo narra, sotto forma di diario, tutte le esperienze vissute da quel maggio 2015, di arrivo a Nairobi, fino a Giugno 2019 quando decide che il suo lungo racconto può considerarsi finito. E’ una narrazione avvincente la sua e si potrebbe considerare un racconto d’avventura, se non fosse che tutto è tremendamente reale. Maguolo racconta ciò che vede e vive, non giudica con superiorità ma offre la sua simpatia, il suo aiuto concreto, le sue energie e … tutto il tempo della sua vita.
Si arriva così al terzo significato di quell’ Estate Fortunata da cui Maguolo è partito e che ha finito per diventare effettivamente tale. Questo suo complesso percorso come volontario è, infatti, diventato anche un percorso personale in cui lui ha trovato se stesso e la motivazione del proprio esistere, in un modo laico e profondamente etico. Un percorso personale che è tracciato già da ciò che scrive in apertura al volume : “ Può succedere che lentamente capiamo che abbiamo preso un brutto vizio: quello di fare le cose per un obiettivo imposto dall’educazione ricevuta, quella cattolica e cristiana dell’adolescenza e, più tardi, quella della carriera, del mutuo, della pensione, del capitale , che impareremo strada facendo. Ma, ad un certo punto della nostra vita, capita qualcosa che ci costringe a fermarci , a riflettere, e quel giorno decidiamo che la nostra rincorsa è terminata. ” Una storia personale che dimostra poi di aver trovato la propria meta a Mto Wa Mbu, in Tanzania, come scrive in chiusura al libro: “Vivere qui è una sfida quotidiana e l’unico motivo che mi spinge a restare ancora sono loro: i bambini. Non sarò mai il padre di questi cento bambini ma voglio mostrar loro una strada, così come qualcun altro l’ha mostrata a me. Penso a tutte le persone che ci stanno aiutando in questi progetti. Penso a quanto ancora c’è da fare, all’opportunità che ho di essere qui ora, e non voglio perderla. Per questo, per me e per loro, oggi ho confermato a me stesso che si va avanti e che sarà un’altra Estate Fortunata!”